- Giuseppe Curatolo Architetto

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L’ opera di un architetto (ma forse ogni opera), è come la strozzatura della clessidra: sopra ci sono infinite persone, incontri, idee, sentimenti e la nostra storia; sotto sta il futuro a cui affidiamo tutto ciò che produciamo.
La strettoia è nel tempo (quando agisco), nel luogo (dove agisco), nell’ identità (agisco io).
Attraverso la clessidra il tempo appare come tale, così un’ opera di architettura che riusciamo a collocare nella storia della nostra vita o nella storia in senso lato determina un dopo che non è mai uguale al prima.
La presentazione che affido al web è basata su questo magnifico ed antico oggetto.

Sono nato a Roma nel 1954 alle 6 del mattino.

Prima, durante e dopo gli studi all’ Università La Sapienza (Laurea nel 1983 con Costantino Dardi), ho dedicato una parte consistente del mio tempo al servizio educativo (movimento scout), attività che ritengo tuttora preziosa perché insegna a coniugare pensiero ed azione. Dare sostanza alle idee e nobilitare la sostanza con le idee è stato ed è il mio desiderio più profondo, prima nella vita e poi nella professione. Ho iniziato ad esercitare la professione nel 1984 dedicando molto impegno alla formazione tecnica. Ho dedicato fin dall’ inizio un’ attenzione speciale per il tema dell'architettura delle chiese, luoghi cui mi lega molto sia la mia biografia sia quel desiderio di mettere insieme pensiero ed azione che è stata e voglio che sia la mia strada.
Per quanto c’è di buono nella mia attività devo tutto ad altri piuttosto che a me stesso. Molte splendide persone hanno riversato in me parte del loro sapere. Sono una moltitudine e non credo di saperli contare. Tra tutti, sono certamente debitore con chi mi ha portato da bambino a vedere le città d’ arte invece che ai centri commerciali o per vetrine (i miei genitori), con chi mi lasciato esprimere creatività e passione negli anni del Liceo anche contro i programmi ministeriali (si tratta di M.P.R. che si riconoscerà in questa notazione, spero) e da ultimo con l’Architetto Dardi, compianto maestro che mi ha guidato alla laurea e che mi ha donato amicizia e fiducia ed il desiderio di cavare un senso dalla materia inanimata. Non aggiungo altro a questa parte della clessidra, attestazioni e diplomi non servono: di quanto gli Architetti sanno, è bene che parlino le loro opere.



 
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